Puntiamo su famiglia e parrocchia
PUNTIAMO SU PARROCCHIA E FAMIGLIA
Caro don...,
perché non proviamo, come Chiesa, a essere profetici? Ripartiamo dalla parrocchia, puntiamo sulla famiglia. Uniamo le forze tra movimenti, associazioni e tutti coloro che credono che la comunità ecclesiale possa, di nuovo, essere luogo di ascolto e aiuto reciproco, occasione di crescita umana e spirituale, una casa dove incontrare il Signore e i nostri fratelli. La famiglia non sia solo "oggetto" di cura pastorale, ma "soggetto attivo", in aiuto ai parroci nelle scelte dei cammini, nello stile della comunione, nel modo di fare accoglienza, nell'ascolto profondo dei bisogni. Ma anche nelle decisioni, nella costruzione di rapporti, nel tessere legami profondi e duraturi nei quali le diverse vocazioni sono indispensabili.
Proprio come nelle nostre case, dove genitori e figli sono un tutt'uno. Non lasciamo alle parrocchie e ai parroci solo l'amministrazione dei sacramenti e la celebrazione dell'Eucaristia, staccata dal resto della vita. Arriviamo alla Messa con il carico della vita vissuta insieme. E ripartiamo con l'impegno di continuare a costruire una più salda comunione. Facciamo vedere che un "nuovo" stile di rapporti, di aiuto reciproco, non solo è possibile, ma potrebbe essere la soluzione alla frenesia, superficialità e indifferenza che ci circondano.
La parrocchia torni a rimodellarsi come "piccola Chiesa", prenda la misura dalla famiglia, per lo stile di procedere nell'unità, per dedizione e cura quotidiana. Si dimostri che vivere insieme è possibile, che l'amore non può essere solo celebrato, ma va vissuto. E, insieme, nutrito e rinsaldato nel Signore.
Quest'estate ho letto un interessante libro sulla "Chiesa domestica". Per me è stato come una caraffa di acqua fresca o una brocca di buon vino. Ripartiamo dallo stile del Vangelo, dal Nuovo Testamento. Guardiamo alla storia e ai preziosi insegnamenti del concilio Vaticano II. Attuiamo le note pastorali, facciamo conoscere le testimonianze di chi sta tentando "nuove" strade. Non abbiamo paura dei limiti. La Chiesa non solo non può fare a meno della famiglia, ma da questa "piccola Chiesa" potrebbe avviarsi un nuovo cammino di speranza. Attuiamo quello che la società civile pare proprio non essere in grado di fare.
A lei, caro don ..., e a tutti i suoi collaboratori, nel ringraziarla per il lavoro svolto e i coraggiosi (nonché "evange-lici") interventi sui fatti che viviamo, rivolgo i più sentiti auguri per un vero Natale. E per un 2010 ancora a servizio della famiglia.
Lettera frimata a FAMIGLIA CRISTIANA