Eucaristia esposta in parrocchia

L'incontro con Gesù - L'EUCARISTIA ESPOSTA IN PARROCCHIA

  • Desidero invitare tutti a ritagliarsi un ora di adorazione eucaristica in parrocchia il Giovedì. Trovare un ora significa:fare un servizio: il servizio della preghiera. Intercedere per le necessità della nostra comunità.

  • ricaricare le pile: nelle corse che continuamente facciamo, la nostra anima rimane indietro... Questo permette a lei di raggiungerci.

  • imparare a "condividere" con Gesù le pene e le sofferenze nostre e degli altri: quando si patisce si capisce meglio la croce la debolezza alla presenza del Risorto nell'eucaristia è trasformata e diventa "un carico leggero".

Allego una meditazione di Madre Elvira delle Comunità "Cenacolo" su questo tema invitando a iscriversi sul calendario esposto all'ingresso della chiesa per una "ora di adorazione".

Il Papa ci ricordo che la Chiesa nasce dell’Eucaristia, e di Lei vive e si nutre, invitando tutti noi credenti ci fare l’esperienza che anche la nostra vita può rinascere continuamente dall'Eucaristia.

Ho gioito ancora una volta profondamente nel cuore per questo pensiero del Santo Padre, perché è quello che come donna e consacrata sperimento nello mia storia ogni giorno, e che con coraggio propongo ai giovani disperati che bussano alle porte delle nostre fraternità sparse nel mondo.

Quando arrivano in Comunità mi dicono: «Suora, io non credo, non capisco», ed io rispondo loro: «Ti accogliamo nella gratuità, non Ti chiediamo nullo, ma osiamo domandarti lo fiducia.

Non puoi capire con la testa perché Ti devi inginocchiare dinanzi a un semplice e piccolo pezzo di pane, ma puoi sperimentare, se ubbidisci fidandoti, quello che avviene dentro di te: il tuo cuore cambio e lo vedrai!». Dopo uno, due, Tre mesi, li incontro con gli occhi già più vivi, con il sorriso sulle labbra, e chiedo loro: «Ti senti come quando sei arrivato?»; e loro mi rispondono «No, mi sento cambiato!». L’Eucaristia non si capisce con la testa, ma si può sperimentare concretamente la sua efficacia, ed è quello che ormai da tanti anni vedo con i miei occhi, tocco con le mie mani: quei giovani che hanno il coraggio di mettersi in ginocchio con verità davanti alla presenza del Pane vivo che Gesù ha lasciato per noi, per poi nutrirci di Lui, ritornano vivi, cambiano nel cuore, riabbracciano la propria storia, diventano uomini nuovi, il loro volto si illumina.

Si, e dinanzi al calore e allo luce del sole dell'Eucaristia che riprende colore e sopore lo vita.

Ecco perché in ognuno delle nostre case il primo ospite è Gesù. Non si accoglie veramente l'uomo se primo non si e accolto Lui!

La terapia che proponiamo ai giovani è questa: piegare le ginocchia con fiducia davanti all’Eucaristia perché Lui posso rialzare la nostra vita e forci camminare! Quante volte ho fatto questo esperienza anch’io, e lo mio vito si e rialzata da dove il male, lo tristezza, il peccato, lo scoraggiamento l’avevano appesantito e fotto fallire.

Se sapessi che esiste qualche altra soluzione alla disperazione, alla solitudine, di vuoto che i giovani hanno oggi nel cuore, per l'onestò e l'amore che sento di avere verso di loro, darei tutto per "comprare" questa soluzione: ma ciò che propongo loro è ciò che ha salvato me, e ciò che ho ridato dignità, forza, coraggio, costanza, pace, gioia, entusiasmo al mio cuore. Lì, davanti o Gesù, tante volte sono rinato e rinasco, e continuo a veder rinascere giovani e famiglie che hanno il coraggio di ripartire da Lui.

Anch'io, unita a tutti i giovani delle nostre cose, insieme al Santo Padre, voglio gridarvi, annunciarvi, testimoniarvi che l'Eucaristia è veramente “... il tesoro della Chiesa, il cuore del mondo, il traguardo ci cui ciascun uomo, anche inconsapevolmente, anelo”. Desidero invitare tutti coloro che oggi hanno difficoltà con se stessi, nello famiglio, nello parrocchia: ritorniamo all'Eucaristia! Vale di più un'ora vissuto con il cuore dinanzi a Gesù che tutte le terapie psicologiche del mondo. La sua luce che entra in noi, mentre ci mostra le nostre ferite, le guarisce, perché ciascuno possa riconoscere il proprio volto e amarsi.

Abbiamo bisogno dell’abbraccio di Gesù più dell’aria che respiriamo, e per questo Lui è rimasto con noi. Lui che è entrato nella nostra fragile, povero e debole storia umana, sa che abbiamo bisogno di un Salvatore, di un Amico, di quell’unico Padre che oggi sa saziare, nutrire e dare pace alla nostra vita di dentro!