Il sacrificio (Pasqua 2012)

IL SACRIFICIO DI GESU'

Cosa sono le chiacchiere da bar? A cosa servono le chiacchiere da bar? Chi le fa, le chiacchiere da bar? Sono state definite "gli argomenti impegnati della pausa caffè". Ai piedi della croce, annotano i vangeli, la gente guarda e commenta con superficialità quello spettacolo: “ha salvato altri, non può salvare sé stesso…”, “…se è figlio di Dio, scenda dalla croce e gli crederemo…” … come delle vere e proprie chiacchiere da bar. Perché la gente si esprime così? Cosa non capisce della passione di Gesù? Il suo sacrificio!

Anche oggi il valore dei “sacrifici” non è ancora compreso.

Le generazioni precedenti alla nostra non hanno saputo trasmettere il valore del fare sacrifici, perché han voluto continuare a farli loro per evitarli ai propri figli…

Così oggi, noi adulti, abbiamo perso in larga parte la capacità di accettare o di scegliere liberamente il sacrificio anche perché ci siamo persi alla ricerca un po’ ossessiva di ciò che ci può soddisfare individualmente, dimenticando il bene comune e l'assunzione responsabile delle conseguenze delle nostre scelte nei confronti della vita delle nuove generazioni.

Abbiamo in buona misura dimenticato che la vera dedizione, la relazione educativa, la cura della relazione con il coniuge e con i figli, il servizio del bene comune nella società hanno un prezzo, un costo, che possiamo anche chiamare sacrificio, ma di cui è necessario sottolineare il valore positivo, direi anzi "generativo". Le illusioni del "tutto e subito", del "facile e senza fatica" ci hanno tratto in inganno e i risultati li vediamo evidenti e preoccupanti.

Ma il sacrificio è una cosa seria ed occorre imparare la sua fecondità! Ma chi, e che cosa ci può aiutare a riscoprire il valore del sacrificio ed il suo effetto di fecondità nella vita?

Scrive Enzo Bianchi (priore di Bose): Il sacrificio amputato della solidarietà, la rinuncia svuotata della speranza, il prezzo da pagare dissociato dal valore del bene da acquisire diventano insopportabili: nella communitas, infatti, il sacrificio è il debito che io liberamente assumo verso l’altro, altrimenti la communitas stessa cessa di esistere. Solo un ideale altro e alto, la speranza di contribuire a un mondo migliore di quello che abbiamo conosciuto, la preoccupazione per il benessere di chi verrà dopo di noi, la solidarietà con chi, vicino o lontano da noi, non può accedere a beni essenziali che noi non ci rendiamo nemmeno più conto di possedere può spingerci non solo ad accettare i sacrifici ma ad affrontarli con consapevolezza e convinzione.

I Cristiani imparano dalla Pasqua l’esperienza del sacrificio, quello vero, quello che dona vita alla vita, che genera nuova vita dalla morte. L’offerta di sé che Gesù porta a compimento nella sua Pasqua di morte e risurrezione è il vero sacrificio capace di dare senso pieno alla nostra vita e alla nostra morte, capace di far sprigionare dalla morte vissuta come dono di sé, un’energia di vita che vince la morte.

A tutti una Buona Pasqua nella grazia del Signore Risorto

dD