In prospettiva l'unità pastorale

IN PROSPETTIVA L'UNITA' PASTORALE

Il vescovo di Mantova insieme ad un prete della città appositamente incaricato (don Alberto Bonandi) da tempo incontra i preti dei vari vicariati per affrontare il tema delle unità pastorali.

Le frasi “Unificazione tra parrocchie limitrofe”, “Collaborazione tra preti” o “Programmazione pastorale di zona” stanno ormai diventando sempre più famigliari anche tra i fedeli che affiancano il prete nei servizio alla parrocchia. Ma cosa sta succedendo alla diocesi? .. Non succederà che ci tolgano il prete? E’ appena arrivato… Va subito detto che non c’è solo in gioco la situazione del Clero, vecchio e numericamente inadeguato a rispondere alle esigenze del territorio, ma in primo luogo il Vescovo vuole promuovere una nuova ipostazione pastorale, più adeguata al continuo cambiamento della nostra società. Ma andiamo con ordine rispondendo a tre domande.

1. Cosa significa “Unità pastorale”?

L’attività pastorale di una qualsiasi parrocchia è ANNUNCIARE IL VANGELO. Con la catechesi, con la liturgia, con l’attenzione ai poveri (la carità) ogni comunità ha un grande obiettivo: non solo organizzare dei servizi, ma testimoniare il vangelo sul territorio. La nuova situazione nella quale viviamo (e non solo la carenza di preti) ci interpella a ripensare come vivere da cristiani credibili, come annunciare il vangelo ai lontani e come affrontare la realtà di un modo in continuo cambiamento. In questa missione nessuna parrocchia si può dire “autonoma” o “autosufficiente”, né può ignorare le comunità limitrofe con le quali condivide la fatica e la passione di questo annuncio. Inoltre la formula “un prete per ogni campanile” non sembra più essere adeguata (e nemmeno possibile visto la carenza di vocazioni): sembra meglio più preti insieme per più comunità parrocchiali nelle quali tutti sono coinvolti e responsabilizzati perché il Vangelo possa essere anche oggi significativo per ogni uomo. Non si tratta allora di "fondere" o "unificare" o "inglobare" parrocchie: ogni comunità cristiana ha la sua storia e la sua identità che va rispettata, ma deve essere messa "in gioco" insieme ad altre comunità in uno “stile di comunione” e di reciproco aiuto.

Ecco perché la diocesi promuove l’Unità Pastorale: significa invitare a “condividere un unico progetto pastorale” cioè le idee, le prospettive, i progetti, le forze disponibili…

2. Come sarà coinvolta la nostra realtà parrocchiale?

Rivalta e Rodigo sono parte di un unico Comune e hanno un'unica scuola media che riunisce i ragazzi del territorio. Castellucchio e Rodigo a livello Comunale hanno la stessa persona come Assistente Sociale. Sarginesco ruota attorno a Castellucchio e molti rivaltesi si sono appoggiati a don Valerio per il proprio cammino di fede. Queste comunità si dimostrano di fatto già in rete, sia per la scuola dei ragazzi o per l’attenzione alle povertà del territorio. La vicinanza e l’affinità di intenti con delle collaborazioni già in atto ci sollecitano ad iniziare un cammino per un più proficuo impegno di evangelizzazione. Condividere insieme progetti, forze, spazi (come già stiamo facendo con il corso fidanzati e come faremo con i campi estivi per i ragazzi e con la formazione degli animatori del Grest) ci permette di non sprecare o disperdere le energie disponibili e insieme ci permette di valorizzare al meglio l’andare verso tutti. Non si tratta solo di una questione organizzativa e di economizzare le risorse: va maturato uno stile nuovo di chiesa che vive la comunione e condivide la passione per il Vangelo attraverso una spinta missionaria di “apertura ad ogni uomo”.

3. Quali passi occorre fare?

I passi concreti per arrivare a costituire le Unità Pastorali sono ancora semplicemente abbozzati. Rodigo e Rivalta sono da poco state riorganizzate dalla presenza di nuovi parroci e occorrerà ancora del tempo perché si inseriscano appieno, mentre Castellucchio e Sarginesco ormai camminano a fianco dei loro sacerdoti da svariati anni. Assistiamo a realtà con velocità differenti che comporteranno una certa fatica di adattamento a partire da noi preti che siamo i primi invitati a cambiare stile. Il Vescovo ci sta comunque spronando in questa direzione, ma se ne parlerà ancora prossimamente.