Non è mai vana la preghiera

Accorato appello di Papa Francesco affinché sia spezzata la spirale di violenza che sconvolge la Terra Santa

14 luglio 2014

«Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace... Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono». È la preghiera di Papa Francesco per la pace in Terra Santa. Ancora una volta il Pontefice prega e chiede di pregare per la pace, nonostante il linguaggio parlato in quelle terre abbia ancora l’acre sapore dell’odio, della violenza, del sangue di tanti innocenti.

«Rivolgo a tutti voi — ha detto domenica 13 luglio ai fedeli riuniti in piazza San Pietro per recitare con lui l’Angelus — un accorato appello a continuare a pregare con insistenza per la pace in Terra Santa alla luce dei tragici avvenimenti degli ultimi giorni». E ricordando l’incontro dell’8 giugno scorso con il patriarca Bartolomeo, il presidente Peres e il presidente Abbas — «insieme ai quali abbiamo invocato il dono della pace e ascoltato la chiamata a spezzare la spirale dell’odio e della violenza» — ha riaffermato con forza che, nonostante qualcuno possa pensare «che tale incontro sia avvenuto invano», è proprio «la preghiera che ci aiuta a non lasciarci vincere dal male né rassegnarci a che la violenza e l’odio prendano il sopravvento sul dialogo e la riconciliazione».

Dunque il duplice appello. Alle parti interessate e tutti quanti hanno responsabilità politiche: «a non risparmiare la preghiera e a non risparmiare alcuno sforzo per far cessare ogni ostilità e conseguire la pace desiderata per il bene di tutti»; ai fedeli: a seguire l’esempio della Vergine Maria, della sua preghiera silenziosa. E la piazza ha risposto con un eloquente silenzio.

Poco prima Papa Francesco aveva ricordato la parabola del seminatore che getta semi in qualsiasi terreno, ma solo da uno di essi trae frutto. Importante è continuare a gettare seme buono, poi sarà il terreno a fruttificare. Questo terreno però va comunque preparato.

OSSERVATORE ROMANO