Pasqua 2016

PASQUA 2016

La Morte aveva finito il suo beffardo discorsoe la voce di nostro Signore risuonò fragorosamente nello Sheol,aprendo ogni tomba una per una. Terribili spasimi afferrarono la Morte nello Sheol; dove la luce non era mai stata, raggi brillarono dagli angeli che erano entrati per far uscirei morti a incontrare il Morto che ha dato vita a tutto.La morte di Gesù è un tormento per me (dice la Morte),vorrei averlo lasciato vivo: sarebbe stato meglio per me che la sua morte.Qui c’è un morto la cui morte trovo detestabile;alla morte di ogni altro io gioisco, ma la sua morte mi tormenta, e aspetto che torni alla vita: durante la sua vita egli ha fatto rivivere e portato di nuovo alla vita tre morti. Ora attraverso la sua morte i morti che sono venuti di nuovo alla vita mi calpestano alle porte dello Sheol quando vado per trattenerli.Correrò e chiuderò le porte dello Sheoldavanti a questo Morto la cui morte mi ha rapinato.Chi sentirà ciò si meraviglierà della mia umiliazione,perché sono stata sconfitta da un Morto venuto da fuori: tutti i morti vogliono andare fuori, e lui insiste per entrare. Un farmaco di vita è entrato nello Sheol e ha riportato i suoi morti indietro alla vita. (Sant’Efrem il Siro, Inni sulla Risurrezione, n. 36, 11.13.14, Lipa 1999)

In queso tempo di Pasqua vogliamo raggiungere ognuno di voi, cari amici, con queste straordinarie parole del grande sant’Efrem il Siro. Desideriamo insieme ripassare il mistero della Pasqua per confermarci nella fede in Gesù Cristo nostro Signore che è risuscitato e vive presso il Padre. Mi sembra così attuale, così commovente la visione che presenta sant’Efrem: Cristo che risuscita non da solo, ma con tutta la discendenza di Adamo. Cristo è risorto per noi ossia prendendo noi con sé.

Ognuno di noi ha le proprie morti, noi tutti in qualche modo siamo morti. Ma il fatto che Cristo ritorna dalla tomba con Adamo vuol dire che tutta l’umanità da lui assunta è già risuscitata e che noi semplicemente dobbiamo scoprire nelle nostre morti il Cristo che ci viene a prendere.

Non ci stancheremo mai di contemplare il mistero così intimo e così pieno di grazia in cui Cristo non ci chiama dalla morte dall’esterno, come un eroe, ma lui stesso ci raggiunge nella morte con la sua morte.

Noi tutti moriamo ma nella morte non siamo soli perché lì c’è già lui che ci precede e che finalmente ci convince che la morte non ha definitività sulla nostra vita. È l’amore di Dio Padre che non fa putrefare colui che si è lasciato penetrare dal suo amore.

E sant’Efrem fa vedere come tutti i risuscitati calpestano la Morte presso la porta dello Sheol che essa voleva chiudere per mantenere i morti nella morte, e sottolinea così la partecipazione di noi mortali alla vittoria sulla morte.

Che lo Spirito Santo ci dia quella luce e quel calore che potremo vivere i nostri giorni con la certezza che la nostra umanità, con tutto ciò che è, in Cristo è già risuscitata e che a noi spetta solo aderire a questa umanità filiale. "Siamo nati e non moriremo più" diceva una santa dei nostri giorni.

Buona Pasqua

don Daniele