Quaresima 2011

la Pasqua da senso al nostro Battesimo

La Pasqua muove i cristiani a crescere nella fede attorno a dei punti fermi che il Papa ci richiama nel suo ultimo Messaggio per la Quaresima.

E' a partire dal nostro Battesimo che sappiamo di essere dentro alla salvezza operata da Dio in Cristo Gesù. Il ciclo quaresimale delle letture domenicali per l’"anno A" è quello che più direttamente riflette l’origine e il costituirsi di questo tempo liturgico fin dai primi tempi della Chiesa». La Quaresima «era tempo di formazione dei neofiti alla fede cristiana». Di domenica in domenica i catecumeni, che ancora non avevano accesso alla celebrazione dei "Divini Misteri", cioè al rito dell’Eucaristia, erano però ammessi alla prima parte della celebrazione domenicale, la liturgia della Parola. Anzi, questa liturgia era espressamente dedicata loro, per istruirli circa il senso del rito del Battesimo, che proprio nella Veglia pasquale avrebbe segnato il loro ingresso a pieno titolo nella comunità cristiana. Ma il percorso di formazione aveva una peculiarità: non consisteva principalmente nell’insegnamento di una dottrina – anche se momenti di istruzione erano previsti – quanto piuttosto era concepito come una mistagogia ossia una preparazione spirituale all’esperienza che il battezzato si apprestavano a vivere la notte di Pasqua.

L’itinerario catecumenale in quanto mistagogia ha dunque il carattere di una iniziazione, di una predisposizione a entrare in una nuova vita: entrare nel mistero e farsi plasmare, farsi trasfigurare da un qualcosa che ci viene dato, e che quindi, più che scelto, va accolto – come ci insegna il Vangelo della Trasfigurazione, che ascolteremo nella seconda domenica.

In questa prospettiva la Quaresima è un itinerario che va compreso in quanto proteso alla Pasqua, e che al Battesimo dà senso e nel Battesimo si attualizza. Pasqua e Battesimo come passaggio dalla morte alla vita sono due realtà inscindibili. Per questo il periodo quaresimale si presenta anche simbolicamente come cammino concreto di prove, che hanno valore nel chiamarci verso un oltre: oltre il Mar Rosso, verso la libertà; oltre il deserto, verso la Terra Promessa; oltre la morte, verso la vita in Dio.

Ogni anno, quando ritornano queste settimane precedenti la Pasqua, la Chiesa ha sempre ricordato che non è un tempo di austerità o di tristezza, né un periodo per coltivare la colpa, ma un momento per cantare la gioia del perdono. I Santi han sempre visto la Quaresima come quaranta giorni per prepararsi a riscoprire delle piccole primavere nelle nostre esistenze. Il Battesimo celebrato da piccoli ha così modo di produrre i suoi frutti nell'oggi.

Vivere la Quaresima come tempo di conversione significa "volgerci verso Dio" per accogliere il suo perdono. Cristo ha vinto il male e il suo costante perdono ci permette di rinnovarci interiormente.

Ecco perché il messaggio del Papa si conclude con un richiamo ai tre grandi pilastri della spiritualità giudaica: la preghiera, l’elemosina, il digiuno. Queste pratiche sono vere solo a partire dalla fiducia profonda riposta nel Padre. Da questa fiducia scaturisce anche quella perseveranza che ci è necessaria a trasformare tali pratiche in un vero "abito interiore" che trasforma la vita quotidiana sui parametri delle virtù. Come Chiesa siamo invitati a vivere un ritorno al Battesimo e alla conversione non per volgerci verso noi stessi in una introspezione o in un perfezionismo individuale, ma piuttosto per costruire la comunione con Dio e insieme ad una autentica comunione con gli altri. Il Papa ci ricorda che vivendo in questo modo la Quaresima, il Battesimo «non sarà più solo un fatto sociologico, una tradizione, un costume, ma un dono che rinnova la vita».

BUONA QUARESIMA

dD