A cosa serve vivere?

A COSA SERVE VIVERE?

Da un po' di giorni ho mollato tutto.

Ho piantato l'università con le sue lezioni, i libri e gli esami. Ho lasciato perdere le amicizie.

Non voglio più uscire la sera per gustarmi l'occasione di essere ascoltato ed apprezzato.

Il mio motorino è fermo nel garage. Il mio cellulare è spento nella borsa.

Sono stanco morto, stanco di pensare troppo.

Come un uccello impazzito, la mia testa gira e rigira a vuoto e si imbatte contro le griglie dei mille perché della mia vita.

Ci sono troppe domande e sempre nessuna risposta!

Perché questa vita stereotipata con i minuti che spingono le ore, le ore che spingono i giorni,

i giorni che spingono i mesi,

e poi tutto che rincomincia automaticamente? Qual è il senso della mia vita?

Sarà per lo studio?

... E poi? Sarà per la laurea?

... E poi? Sarà per il lavoro? Per il denaro? Per le vacanze? Per la pensione?

... E poi? E poi?

Sarà per il NULLA quando si pensava di avere raggiunto il tutto!

O voi educatori e genitori, avete dato la vita a giovani bulimici di AVERE ed anoressici di ESSERE?

Appena sono nato, piccolo pargolo,

mi HANNO divertito con tanti giocattoli che ormai ingombrano gli scaffali della cantina;

mi HANNO nutrito, sempre preoccupati se fossi sazio abbastanza;

mi HANNO vestito con maglie e scarpe alla moda;

mi HANNO comprato il computer ed il lettore mp3 per tappare le loro carenze affettive;

HANNO soddisfatto tutti i miei capricci e le mie voglie in sostituzione della loro preziosa presenza educativa.

Mi HANNO dato tutto perché non mi mancasse niente.

Adesso mi ritrovo vuoto, con una vita piena di AVERE e povera di ESSERE!

Provo rabbia per non sapere di ESSERE e poter vivere appieno il senso della vita!

Perché? Perché? Perché?

Dove trovare un profeta per ricevere una risposta? "Una cosa sola ti manca: vai, vendi quello che HAI, dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi!" (Marco 10, 21).

Finalmente ho trovato la forza di scappare dalla gabbia dorata di una vita comoda per cercare testimoni dell'ESSERE.

Ho fatto un'esperienza in un monastero e ho ricevuto l'urto con gli uomini della preghiera.

Li ho visti poveri nei loro sai, estranei a qualsiasi moda.

Li ho scoperti nei loro ritmi regolari di preghiera e di lavoro, pellegrini tranquilli verso l'eternità.

Allora mi sono detto:

Come fanno ad ESSERE colmati, stando immobili davanti al NIENTE?

Come fanno ad ESSERE luce, vivendo SENZA distrazioni?

Come fanno ad ESSERE irradiazione di gioia, cibandosi di NULLA?

Come fanno ad ESSERE felici, privi di tutto?

Sono pazzi? O hanno incontrato Qualcuno, senza il quale non possono ESSERE?

Quanto vorrei ESSERE pazzo come loro, allora sarei anch'io... felice!

Padre Stefano dell’Abazzia di Sant’Antimo