Specchio rotto

Quello specchio rotto delle tredicenni

Le tredicenni vanno pazze per il telefilm-cult “Gossip girl”, in onda su Italia 1 e su qualche rete digitale o satellitare. Ormai tantissime ragazzine sono appassionate alle vicende intrigate e intriganti dei rampolli-bene dell’alta societ...

...dell’Upper East-Side di New York, dove si fa sesso, si tradisce, si trama, si spettegola, si spendono capitali con la stessa facilità con cui un giovane comune fa una passeggiata per il corso del paese. L’intento del telefilm verosimilmente è di creare un clima di disapprovazione verso gli eccessi e la vita sregolata, segnata da una ricchezza senza fine e una immane assenza di figure adulte, il tutto condito dalle sfortunate storie d’amore di Serena van der Woodsen o di Blair Waldorf, le due protagoniste, o da tristi vicende familiari (il padre di Blair fugge con un ballerino, quello di Chuck Bass muore, e la moglie si consola subito con quello del fidanzato di sua figlia).

Tutto sarebbe un ricco passatempo se non ci fosse in agguato il doppio gioco del fascino del male, che rende particolarmente “cool” i protagonisti: il sesso sfrenato, il tramare, il parlare di nulla ma teso alla distruzione del rivale di turno. Tutto appare bello, costosissimo e al contempo a portata di mano, … e se il prezzo per avere tutte le scarpe firmate o per viaggiare sempre e solo con autista in auto di lusso è quello di avere dei genitori-fantasma, è un prezzo che si può pagare.

Ecco che diventano allora desiderabili quelli che un tempo chiamavamo vizi: attraverso la Tv entrano, magari non intenzionalmente, atteggiamenti sfrenati e autodistruttivi nei nostri pomeriggi, e sanno farci assorbire, sotto una patina di bei colori e di luci, criteri che un tempo rigettavamo: non crediamoci indenni dal fascino del perverso. Le ragazze si commuovono per una storia d’amore e intanto assorbono il consumismo più duro, l’invidia, il gusto della vendetta e vengono invitate a riconoscersi nel ritratto distorto che di loro la televisione fa. E’ un ritratto distorto: per elogiare la serie, sull’Independent si scrive che “quello che è chiaro per chi conosce le tredicenni è che si odiano l’un l’altra.” e “ La lotta senza freni tra Blair e Serena per il potere è solo la magnificazione e la lieve distorsione di quello che avviene nelle vite delle giovanissime”. Ma non è vero: le nostre ragazze ancora cercano e cercheranno sempre la verità, l’amicizia, l’amore, per un fatto strutturale che hanno scritto dentro, a qualunque latitudine vivano. Ma le ragazze sono portate a specchiarsi in un mondo siffatto, specchio deformato che ne mostra solo un lato, il peggiore, ma le illude che il mondo è davvero così (tutto ciò che si vuole a portata di capriccio) e le convince di essere loro stesse così (fredde e spietate, talora sentimentali fino ad un tristo languore). “Nate Archibald sembra uno dei ragazzi-robot del futuro” continua l’Independent, ”e passa un tempo infinito sul divano di quel mascalzone di Chuck Bass, che vive nell’hotel del padre, beve e cerca di sedurre le quattordicenni”: non è un bel ritratto. E il New York Times, a proposito della serie, titola: “A cosa servono gli amici? Potere e dolore” e scrive: “Gossip Girl ha invertito la rotta e ha fatto una virtù del vuoto e del vizio”. Certo, è affascinante vedere la storia di Chuck Bass che forse si redime e forse no, ma quanto glamour dobbiamo ingoiare per arrivare in fondo? E quanto si dovranno specchiare le nostre teenagers in questi specchi rotti, pensando che quello che lì vedono sia l’ideale della loro vita? E ne resteranno indenni?

di Carlo Bielleni

tratto da http: //carlobellieni.com/ ... cfr. sito: www.giovani.org