A carnevale ogni fritto vale!

E’ tempo di carnevale e ciò vuol dire anche tempo di frittelle e dolcetti tipici del periodo. E’ bello mantenere le tradizioni del territorio e rimanere in sintonia con la nostra storia. Quando ero bambina nel periodo di carnevale ci trovavamo molti pomeriggi con mia madre, mia nonna ed alcune sue amiche a preparare le lattughe, tutte insieme, era divertentissimo, ognuna aveva la sua da dire e tutte con il fazzoletto in testa (per non impregnare i capelli dell’odore di fritto) ci mettevamo al lavoro. C’era chi impastava, chi tagliava le lattughe, chi le annodava (ho imparato una serie infinita di intrecci!) e chi friggeva, il mio compito era alla fine della catena, dovevo cospargere i dolcetti di zucchero a velo.

Io non ho mai fritto molto, mi sarà capitato di farlo circa 10 volte in tutta la mia carriera di casalinga. Temevo l’odore che si annida in casa, la poca salubrità del cibo fritto tutto rincarato da una buona dose di pigrizia perché friggere vuol dire poi smaltire l’olio e pulire tutta la cucina.

Vi dirò invece che in due settimane ho fritto per ben 3 volte, mia figlia voleva le patatine, mio marito il pesce, i miei genitori i favetti e i chisulin. Mi sono messa all’opera ed ho scoperto che con i dovuti accorgimenti la mia cucina è pulita e per nulla puzzolente!

Bene, in questo articolo cercherò di darvi alcune dritte per ottenere un buon fritto ed una cucina profumata allo stesso tempo.

Innanzitutto che tipo di olio usare?

Il migliore è sicuramente l’extra vergine di oliva, sopporta benissimo le altre temperature, ma ha un certo costo e ne serve parecchio, quindi lo si può sostituire degnamente con olio di arachide. Anche questo tipo di olio sopporta le alte temperature e non si deteriora eccessivamente durante la cottura.

Che tipo di padella usare?

Sicuramente una padella dai bordi alti (per evitare gli schizzi), meglio se di ferro e che contenga una buona quantità di olio, più ce n’è e meno unta risulterà la frittura (sembra un controsenso ma è così). Se dovete cuocere una cotoletta o delle fettine di verdure una padella bassa andrà benissimo.

E la linea?

Allora, cos’è che fa ingrassare? La quantità o la qualità? Un buon fritto una volta ogni 10 giorni accompagnato da una buona insalata non è di certo un attentato alla linea. Senza eccessi tutto può essere mangiato senza paure.

Un fritto croccante! Come?

La prima cosa importantissima è la temperatura dell’olio, deve essere ben caldo, per fare la prova intingere uno stuzzicadenti o il manico di un cucchiaio di legno, se attorno si formano molte bollicine l’olio è pronto. Secondariamente, ma passaggio molto importante, mettere nella pentola pochi pezzi per volta per non far abbassare la temperatura dell’olio.

L’odore di fritto: come lo elimino?

Semplice, in un pentolino metto un bicchiere di acqua e un bicchiere d’aceto, metto sul fuoco e lascio bollire fino a che non ho finito la mia frittura.

Un altro consiglio è quello di mettere nell’olio ancora da freddo qualche spicchio di mela e sostituirlo ogni tanto.

Di seguito vi scrivo la ricetta con cui ho fatto sia i favetti che i chisulin.

Ingredienti:

4 uova

180 g zucchero

650 g farina

80 g burro fuso

1 arancia, il succo

½ bicchiere di vino bianco

1 bicchierino di liquore all’anice oppure di rum

1 bustina di lievito

Olio per friggere

Procedimento:

sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere il succo d’arancia, il vino bianco ed il burro fuso freddo. Incorporare il liquore e la farina fino ad arrivare ad impastare il tutto con le mani.

Per i favetti creare dei salamini lunghi e stretti dai quali tagliare tanti gnocchetti della stessa dimensione, per i chisulin stendere la pasta di uno spessore di circa 3 mm e tagliare con l’apposita rotella dei rettangoli.

Mettere l’olio sul fuoco (assieme al pentolino con acqua e aceto) aggiungervi gli spicchi di mela e portare a bollore. Quando la temperatura dell’olio è al punto giusto tuffare i favetti e scolarli solo quando saranno coloriti.

Stenderli su un piatto ricoperto di carta assorbente e cospargerli di zucchero a velo.

I chisulin hanno bisogno di un’accortezza durante la loro cottura, una volta che sono stati tuffati nell’olio bollente si deve buttar loro sopra l’olio stesso con un cucchiaio in modo tale che si gonfino ed assumano la classica forma.

Scolarli su carta assorbente e cospargerli, in questo caso, di zucchero semolato.

Eccovi alcune foto.

chisulin

favetti

Ultime da “Le pentole del prete”:

la cucina del corso riaprirà i battenti VENERDI’ 11 FEBBRAIO alle ore 21 in oratorio. Vi aspettiamo numerosi!

Buon carnevale.

Alessandra

Per informazioni, chiarimenti, dubbi, perplessità, richieste e complimenti scrivere a: ale.tom02@gmail.com oppure lepentoledelprete@gmail.com