Gender, come dire no

Gender, come dire no. Istruzioni ai genitori

«Rosa e i suoi due papà vanno al bar. Se ognuno dei papà di Rosa compra una lattina da due euro, quanto pagheranno i genitori di Rosa in totale?». Questo il problemino di aritmetica che va proposto ai bambini della scuola primaria secondo le indicazioni contenute nei manuali ideati di recente dall’Unar, dando così attuazione alla "Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere 2013-2015", documento partorito dal Dipartimento per le Pari Opportunità.

Per non parlare delle fiabe, i cui messaggi non devono più incoraggiare i bambini a innamorarsi e magari pure sposarsi da grandi con persone dell’altro sesso, ma presentare loro un lieto fine diverso, del tipo che il principe si innamora dello scudiero e vissero felici e contenti... L’obiettivo in teoria sarebbe "contrastare il bullismo nelle scuole, con particolare riferimento al carattere omofobico e transfobico..." – spiega la "Strategia nazionale" – e "contribuire alla conoscenza delle nuove realtà familiari, superando il pregiudizio legato all’orientamento affettivo dei genitori...".

C’è di che allarmarsi. E infatti l’Age Lombardia (Associazione Italiana Genitori) si rivolge ai presidenti dei Consigli di Istituto, rimarcando le tante violazioni contenute in questa strategia e quindi gli strumenti legali per difendere le scuole. «Come genitori siamo favorevoli ad azioni formative per la prevenzione di qualsiasi forma di discriminazione – premettono –, ivi incluse quelle relative agli orientamenti sessuali. Purtroppo però dietro a questi obiettivi si affacciano anche scopi ben diversi...».

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