Festa patroni 2013

Lettera di ringraziamento

FESTA DEI PATRONI ss.VIGILIO e DONATO martiri

Nel sacrificio, il frutto della comunione

Scrivo alcune righe per ringraziare tutte le persone, le associazioni e l’amministrazione comunale, che si sono impegnate nella festa dei patroni. Mi riferisco in particolar modo al nostro pranzo. La bella giornata, la disponibilità di molti volontari per allestire e servire, la grande professionalità di chi ha lavorato in cucina e la capacità organizzativa di alcuni, la collaborazione tra i vari enti (associazioni e comune) ha fatto vivere a tutti una bellissima giornata.

Ho una scena fotografata nella memoria che mi ha lasciato meravigliato: uscendo da chiesa al termine del battesimo che ho celebrato nel pomeriggio (erano 10 minuti prima delle 17) ho visto gente ancora comodamente seduta al proprio posto che amabilmente parlava con i suoi vicini. Si capiva che stava bene, era serena, disposta a lasciarsi cullare da un ambiente quasi terapeutico dove ognuno lasciava andare il tempo dialogando. Per la mia deformazione di parroco, questa è stata una bellissima immagine di parrocchia per cui ho ringraziato il Signore e i nostri Patroni. E spero che questo clima positivo sia stato percepito e abbia rigenerato anche tutti quelli che, affrontando varie difficoltà, si sono spesi per la realizzazione della nostra festa.

Permettetemi, ma è da un po’ che volevo condividere questo pensiero: in paese non è sempre così, spesso si registra un altro clima: non ci si sopporta se non addirittura ci si scontra come è avvenuto al tempo delle elezioni. Confesso che da parroco, mi ha fatto male in quei mesi, ascoltare tutte le campane e trovarle in “dissonanza” cioè incapaci a riconoscere nella diversità, il bene dell’altro. Non sono un ingenuo che per buonismo fa finta che i problemi non ci siano, ma ho sempre riconosciuto in paese delle potenzialità che si sono espresse in varie direzioni (anche con degli errori), ma in buona fede penso siano più le cose buone costruite di cui ancora oggi stiamo raccogliendo i frutti. Qualche esempio: se la parrocchia può fare il pranzo in piazza è perché c’è il materiale della Proloco e del Centro Sociale, c’è la disponibilità del comune ad “agevolare” pratiche burocratiche e permessi, ci sono i genitori dell’Anspi che ci credono e insieme a tutti i volontari… forse hanno anche il diritto ad essere riconosciuti bravi per il tempo, la passione il sacrifico che mettono (…pur con il loro carattere unico e irripetibile).

Quanti con pazienza hanno intessuto relazioni, fatto riunioni e facilitato incontri invitato persone nuove a vivere questa esperienza di servizio. Quanti ancora fanno fatica ad alzare gli occhi e riconoscere che occorre pensare al domani e non rimarcare il passato.

Nel mio piccolo cerco sempre di far vedere il positivo dell’altro perché credo che fare le cose insieme non sia facile, ma è lungimirante per il futuro. Fare le cose insieme rilancia il valore della unicità dove chi è capace e ha doni trova soddisfazione nel metterli a disposizione per il bene comune. Fare le cose insieme infine riduce la fatica e il sacrifico del lavoro ed è un prezioso esempio per i figli.

E’ stata esperienza di tutti, penso, l’armonia sperimentata nella festa dei patroni dove la parrocchia, le associazioni, i commercianti e l’amministrazione comunale hanno davvero fatto un buon lavoro.

L’augurio è che si continui con questa fiducia reciproca e non ci si stanchi di mettersi attorno ad un tavolo (anche senza mangiare) per spiegarsi e definire cosa sia meglio fare per il nostro paese.

Al parroco il compito di alimentare un ambiente sereno di collaborazione, ai parrocchiani la disponibilità e l’umiltà a mettersi in gioco e a tutti gli altri suggeriamo, con rispetto, di vivere l’impegno di dare fiducia.

Un sentito grazie a tutti.

dD