Natale 2012

Arriva nelle case il

GIORNALINO PARROCCHIALE DI UNITA' PASTORALE

con tutti gli avvisi di Natale e lo stato dei lavori alla Scuola di Dottrina

L’AMORE NON E’ AMATO: insieme a Betlhemme

“Una volta andava solingo nei pressi della chiesa di Santa Maria della Porziuncola, piangendo e lamentandosi a voce alta. Un uomo pio, udendolo, suppose ch’egli soffrisse di qualche malattia o dispiacere e, mosso da compassione, gli chiese perché piangeva così. Disse Francesco: «Piango la passione del mio Signore. Per amore di lui non dovrei vergognarmi di andare gemendo ad alta voce per tutto il mondo». Allora anche l’uomo devoto si unì al lamento di Francesco”. (FF. n. 1413)

Questo meraviglioso episodio, raccontato in poche righe nella Leggenda dei Tre Compagni, ha catturato la mia attenzione mentre preparavo l’Avvento e ora lo uso per fare a tutti gli auguri di Natale. Prendo alcuni spunti: il primo è la capacità di “Evangelizzare” che dimostra S.Francesco nel coinvolgere “l’uomo pio” che incontra. Quell’uomo si unì a lui, coinvolto dal suo forte sentimento e con molta probabilità, iniziò un vero e proprio cammino di conversione e quindi di ritorno a Cristo con un cuore rinnovato. La Chiesa, con l’anno della Fede, è chiamata a meditare e ad annunciare con coraggio la fede. Anche in diocesi il nostro Vescovo sollecita ogni singola Comunità Cristiana a dialogare al suo interno per aprirsi alle altre comunità dell’Unità Pastorale (UP) per entrare nella “missione”. La missione è verso “le folle”, cioè le persone che vivono vicino alle nostre chiese e che incontriamo quotidianamente. Nel nostro piccolo ci stiamo muovendo con iniziative importanti come il percorso di formazione rivolto alle famiglie (cfr. pagine centrali) concluso all’inizio di dicembre. Per promuovere una idea di una chiesa unita e fraterna anche se composta di parrocchie diverse, per essere una chiesa viva e attenta agli altri, sul territorio occorre che tutti ne abbiano coscienza e siano disposti alla testimonianza gioiosa della propria fede.

Non penso, che San Francesco abbia fatto dei corsi (non per questo mi permetterei di denigrarli), eppure l’efficacia del suo annuncio, non solo in questo caso, era penetrante e capace. Con poche parole comunicava lo Spirito Santo. Proprio così, lo Spirito Santo. Solo quest’ultimo è in grado di convertire l’uomo. E visto che si può donare solo qualcosa che si possiede (in un tempo di regali come questo), oggi più che mai la Chiesa è chiamata a donare la Grazia di Dio ad ogni uomo. La Preghiera, la Liturgia, l’Ascolto della Parola, l’Adorazione della sua presenza, la Carità, sono gli strumenti che permettono a Gesù di tornare ancora a prendere dimora in noi, con il Padre. Se la Chiesa, noi, saremo ricolmi di questa presenza, potremo consegnarla al mondo. L’invito è dunque quello di convertirci, di aprire il nostro cuore al Signore. Quanta poca credibilità hanno oggi i cristiani: perché meditano la Parola di Dio, ma non la vivono; perché pregano il Signore, ma non sono capaci di condividere le proprie cose; perché vivono la l’Eucaristia domenicale, ma non riescono a perdonare i fratelli. San Francesco l’aveva ben chiaro anche per la Chiesa del suo tempo e le sue lacrime sono lacrime vere! Lui è un uomo vero, che dice la verità e non si vergogna certo per questo. Vede il modo di amare degli uomini e riconosce tutta la distanza dalla fonte che è Dio. Per questo piange e non si da pace. L’uomo è fuori dall’amore e non lo cerca, perché ha il cuore colmo di altri doni. Ma così la vita, le relazioni e la creazione si degradano, lo sappiamo bene! Serve ritornare alla fonte: Dio. Il Natale rivela l’intenzione di Dio di azzerare questa distanza.

Non sottovalutiamo il tempo di Natale come un tempo di “rinascita spirituale” e di conversione: non sia mai che nella nostra vita proprio l’Amore non è corrisposto, non è amato! Andiamo insieme, con umiltà alla grotta di Betlemme, lì si potrà rinnovare la Chiesa. Buone Feste